BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Sabato, 02 Novembre 2019 10:42

Misteriosa compagnia

Scritto da 

Un tutt’uno mica può vedersi, ci vuole un altro. La circostanza che anche se soli possiamo riflettere, pensando il nostro pensare, è prova che siamo in misteriosa e costante compagnia[1].

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1 Roberto Calasso nel saggio «L'ardore» illustra la dinamica: "Dal Ṛgveda alla Bhagavad Gītā si elabora un pensiero che non riconosce mai un soggetto singolo, ma presuppone al contrario un soggetto duale. Così è perché duale è la costituzione della mente: fatta di uno sguardo che percepisce (mangia) il mondo e di uno sguardo che contempla lo sguardo rivolto al mondo. La prima enunciazione di questo pensiero si ha con i due uccelli dell'inno 1, 164 del Ṛgveda: «Due uccelli, una coppia di amici, sono aggrappati allo stesso albero. Uno di loro mangia la dolce bacca del pippala; l'altro, senza mangiare, guarda». Non c'è rivelazione che vada oltre questa, nella sua elementarità. E il Ṛgveda la presenta con la limpidezza del suo linguaggio enigmatico. La costituzione duale della mente implica che in ciascuno di noi abitino e vivano perennemente i due uccelli: il Sé, ātman, e l'Io, aham."

Ultima modifica il Sabato, 02 Novembre 2019 16:39

1 commento

  • Link al commento armando caccamo Sabato, 02 Novembre 2019 16:29 inviato da armando caccamo

    ne sono convinto, caro Bruno.
    è la "relazione" nelle cose e nella mente che fa possibile il mondo. Lo dice il Rgveda e la Bhagavad Gītā, lo dice (a suo modo) il Libro della Genesi, lo dice la Meccanica quantistica. Grazie delle cose che proponi.

    Rapporto

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