BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo
Domenica, 25 Marzo 2018 17:59

I coatti

Scritto da 

La selezione naturale non favorisce i gagliardi ma chi si adatta conformandosi a un sommo funzionamento, insomma i coatti.

Non causa di noi stessi siamo costituiti da miseria, pertanto gerarchicamente incardinati con grado subalterno nella natura che, invece, regna causa di sé. Così, per essere e per potere, ci dobbiamo inglobare nel grande sovrastante funzionamento obbedendo alle sue fagocitanti leggi. Se le cose stanno così, che tale grande funzionamento sia la Natura, un’accademia militare o una Chiesa, poco cambia, perché il nostro potere (libertà) può attuarsi solo ottemperando un imperativo altro e alto.

Basta guardarsi in giro per osservare l’imperversare di un “naturalismo religioso” che, nonostante l’ateismo proclamato dai suoi autori, o meglio l’agnosticismo che oggi fa tanto fighi, impregna il naturale di soprannaturale, emulando i precetti dei monoteismi. Nel leggere un libro di naturalismo sociologico, pubblicato di recente, avevo provato a sostituire “Natura” con “Maria Vergine Immacolata” e il testo accettava l’inserimento senza lamentarsi e senza mostrare sbavature stilistiche. Qualcosa non va.

Vedo due possibilità per emanciparci da questa confusione, la prima è di sostituire quel “adattarsi” con “allearsi”, nonostante la persistenza di retrogusto biblico è già qualcosa. La seconda è non separare la persona dalla Natura, ovvero io, tu, lui, siamo natura: chi cura un giardino sa che la bellezza di una pianta lo spinge a duplicarla e il buon sapore di un frutto a raccoglierlo così da spargerne i semi, insomma appartenenza, nella fattispecie eco-appartenenza. Ma, anche qui, non ci discostiamo poi tanto dalle religioni, cristianesimo cattolico in primis, visto che “appartenenza” è lemma, oltreché strutturale dell' 'ndràngheta, squisitamente ecclesiastico. Si potrebbe obiettare che le narrazioni religiose hanno attinto, a piene mani, dalla natura e che, dunque, i due "fronti" si compenetrano, perlomeno culturalmente. Vero, ma il punto mi sembra un altro: la selezione naturale, più spietata di un inquisitore del medioevo, non contempla il libero arbitrio - del quale homo sapiens detiene il copyright - per questo il rapporto della libertà personale con la natura persiste problematico, come quello del disgraziato cane, libero e potente nello spazio concesso dalla lunghezza della sua catena.

Non ci rimane che sguinzagliarci cercando, caso per caso, di volta in volta, circoscritte personali possibilità (spazi) da indagare e provare, per incontrare una giusta misura della nostra libertà e potere con il resto dell’universo.

Ultima modifica il Lunedì, 26 Marzo 2018 09:13

1 commento

  • Link al commento Pietro Domenica, 25 Marzo 2018 20:28 inviato da Pietro

    Qualcuno (non ricordo l'autore) sottolineava che, anche se problematico, il nostro rapporto con la natura può essere anche critico perchè l'uomo, a differenza delle altre creature, "sporge" in qualche modo dalla natura che pure lo ingloba. Ma, appunto, sporgiamo soltanto, forse un po' un po' la testa, rimanendovi impigliati dal collo in giù sino ai piedi...

    Rapporto

Lascia un commento

Copyright ©2012 brunovergani.it • Tutti i diritti riservati