Nella storia della filosofia è una costante incontrare autori che affermano concezioni antitetiche, a mo’ di esempio:
«Attraverso il contatto ogni Tu coglie un alito del Tu, cioè della vita eterna». (Martin Buber)
«L'inferno sono gli altri» (J.P. Sartre)
Per avere chiarezza c’è la logica, la gnoseologia e l’epistemologia, robe per specialisti, noiosissime e non sempre affidabili. Per districarsi dal ginepraio forse utili le seguenti premesse:
una cosa è l’affermazione astratta, tecnicamente postulato, tutt’altra cosa se declinata nella concretezza: senza caso di specie si dice tutto e niente, ovvero: «Di che cosa stiamo parlando?» Non sarebbe poi male se Buber ci informasse se in quel paradisiaco “ogni Tu” è incluso Hitler, e Sartre se in quel infernale “altri” san Francesco d’Assisi;
emanciparsi dalla logica antitetica per cogliere nella realtà una fluttuante opposizione polare, approccio che Romano Guardini con esemplare finezza e rigore di pensiero aveva colto come fondamento ontologico e antropologico del concreto-vivente;
annoverare Freud come filosofo non separando la psicoanalisi dalla filosofia aiuta a fare chiarezza, ne deriva un corollario: l’importanza della biografia dei filosofi, perché non possiamo escludere che nodi personali siano stati talora espansi a verità filosofiche universali.
Forse un po' di gnoseologia l'ho fatta, ma di strada.