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Domenica, 21 Maggio 2017 16:49

Coscienza

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Coscienza nell’accezione comune è termine inerente al monitoraggio funzionale dei sensi, oppure parametro etico della morale personale. Filosoficamente è invece lemma più esteso, fondante e portante, dal quale non si può prescindere. A Oriente Coscienza è indagata con tale precisione che è stato redatto un glossario ad hoc illustrante differenti livelli e distinte tipologie di coscienza. Dalle nostre parti, pur senza implementare neologismi, l’indagine filosofica non è stata da meno.

Va considerato che per esaminare la costituzione dell’universo utilizziamo necessariamente noi stessi senza possibilità di oltrepassarci, una sorta di cerchio magico, monade invalicabile, Hume è stato forse tra i più precisi nell’osservare e sviluppare questa concezione. Ricordo che anni fa anch’io la vedevo un po’ così. Di tanto in tanto mi recavo in ospedale a farmi togliere dei calcoli che si formavano in un rene. Prima di operarmi mi addormentavano e l'anestesia comportava due vantaggi, non mi faceva sentire il dolore e mi faceva provare in anticipo com'era morire. La coscienza iniziava a ritirarsi il nome che portavo e il ruolo che svolgevo li avvertivo rarefatti e poi sparivano. Mi abbandonavano rapidi tutti gli affetti e ogni amore. Per ultimo, quando stavo per morire, ogni idea spariva anche quella di un possibile Dio. Un istante prima di essere morto mi veniva perfettamente chiaro che tutta la questione si riduceva a "sono" oppure "non sono". Quando il "sono" s’attivava tutto esisteva, quando si ritraeva nulla esisteva. Tutto qui. Per più volte osservavo la coscienza che andava e veniva in un istante, come quando si accende e spegne la lampadina del soggiorno. Quando si spegneva, vedevo che con me si dissolveva l'intero universo, quando si accendeva, prima tornavo io e immediatamente dopo di me tutto quanto. Era dunque l'universo che esisteva grazie alla mia coscienza e non il contrario.

Sant'Agostino invita a non uscire da noi stessi, dimodoché rientrando in noi possiamo incontrare nell'intimo la realtà, che è Dio, quindi, a differenza della concezione di Hume, interiorità e universalità trascendente coinciderebbero. Hegel vede la Coscienza come l’Autocoscienza intesa come Principio assoluto che nell’auto-crearsi fa letteralmente la realtà nella sua totalità. Fra Agostino, Hume ed Hegel incontriamo numerose concezione intermedie che tra Idealismo e Spiritualismo dettagliano distinti livelli di coscienza fluttuando dall’inter-coscienziale al trascendente, talora separandoli, talvolta mischiandoli. Invece Freud mette in guardia dall’ortodossia della coscienza personale perché determinata da forze inconsce. Marx, anche lui diffidente della soggettività antropologica, individua tali forze occulte e inconsce nella sovrastruttura economico-sociale.

Un dato è certo, nella modernità Coscienza è vista con crescente sospetto, fino al punto da considerarla «nemica segreta delle scienze dell’uomo» (Lévi-Strauss), a Oriente si continua invece a indagarla, persino ad adorarla, forse meglio dirigersi a Est, non possiamo escludere che se un qualche Dio c’è passeggia da quelle parti bisbigliando “Io sono”.

Ultima modifica il Domenica, 21 Maggio 2017 17:25

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