Macchina protesi umana: dalla leva al tornio, dalla ruota alla valvola aortica artificiale. In tale allacciamento uomo-macchina l’acme è verosimilmente espresso dallo strumento musicale (oggetto) attivato da mano e/o respiro d’uomo (soggetto), allacciamento oltre che fisico anche psichico e spirituale. Va inoltre osservato che tale netta distinzione tra soggetto e oggetto è, nel caso di specie, tutta da chiarire, in quando risulta già verosimile che un percussionista preistorico eseguiva su “suggerimento” dell’oggetto che percuoteva: lui agiva e quello (l’oggetto) rispondeva a “modo suo” influenzando l’azione dell’esecutore, e nella scrittura del "pezzo", e nell'esecuzione.
Con il passaggio dalla scrittura della musica concreta a quella elettronica e digitale, con campionamento e multicampionamento (polifonia), moduli di sintesi, memoria, sequencer multitraccia, supervisione del sistema operativo, riproduzioni cicliche (loop) di suoni concreti o di sintesi, la distinzione tra soggetto uomo e oggetto macchina appare ancora più labile e nebulosa. In tale caso di scrittura musicale fino a che punto il nucleo formativo della struttura e costitutivo della frase permane solo e sempre squisitamente umano o adempie, invece, alle funzioni intrinseche della macchina, che pertanto diverrebbe autrice dell’opera, o perlomeno coautrice?
Non ho competenze ma se fossi un epistemologo della complessità[1] indagherei da queste parti.
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1 L'antropologo e lo psicologo andrebbero bene per analizzare il feticismo per una Fender, differente problematica.