D’estate in erboristeria cambia la clientela, invece dei contadini pugliesi in cerca di rimedi tradizionali per l’artrosi da zappatore entrano stranieri e nordici nostrani, di questi ultimi perlopiù anzianotte femmine agiate, molto prevedibili e piuttosto idiote col loro cagnolino in braccio, curatissimo e rassegnato. Catorci di un impero caduto cercano profumi esotici, li provano e riprovano, mica è facile coprire l'irreversibile puzzo, mix di stantio metafisico e insoddisfazione ontologica.
Vivo e soddisfatto mi sembrava invece l’ingegnere pachistano incontrato l’altra settimana a Torino, manco trent’anni determinatissimo nel costruire e imprendere, forse sovrano di un nuovo regno, sicuramente del suo.
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Frammenti Autobiografici