Dopo un episodio ipertensivo ho mangiato molto meno e perso sette chili in poco più di un mese. La pressione pur senza assumere farmaci adesso è giusta ma le tabelle del Ministero della Salute indicano che ne devo eliminare ancora cinque per pesare normale. Le tabelle del Ministero vanno ottemperate, le tabelle mica sbagliano, così altre settimane a stecchetto e moto spinto per standardizzarmi nei parametri ufficiali. Siccome nel correre a vuoto e fare ginnastica mi sento un deficiente nel poco tempo libero dal lavoro, piuttosto sedentario in erboristeria, ripristino pareti a secco e raccolgo olive.
Adesso son qui senza più pancia e pressione nella norma ma isterico e mi tornano alla mente quelli che vengono in negozio, quella fauna di vegani a oltranza, quelli pallidi e l’occhio psicotico che leggono le etichette dei prodotti alimentari con attenzione maniacale alla ricerca di un ingrediente potenzialmente inquinante le loro sacre viscere o troppo calorico, ma la criminologia sentenzia che mai è esistito un serial killer in soprappeso, gote rubiconde, bevitore e temperamento bilioso, tutti piuttosto magri e controllati, quasi asceti, neppure uno che frequentava trattorie nella bassa padana assieme ai camionisti.
Se c’è una cosa che apprezzo del cattolicesimo è la quaresima: mica è a oltranza, raggiunge il termine al quale è diretta e lì conclude con soddisfazione di colpo come un temporale estivo. Modello a tre mosse da espandere a tutta l’esistenza questo iniziare, fare, concludere. Più sano il circoscritto dell’infinito.