Per i religiosi disillusi come sono io, puntuale emancipazione dalla voragine lasciata dalla concezione di un Dio che non c’è più viene dall’osservazione e dall’indagine del sostrato, la sostanza primordiale, costitutiva e fondamentale, che regge gli accidentali mutevoli fenomeni. Una tensione che nell’indagare e onorare il sostrato appare prossima al naturalismo. Coinciderebbe precisa se non fosse per due fattori:
constatare l’evento uomo scostarsi per coscienza e autocoscienza, pensiero e mete, dal generale “funzionamento” dei meccanici universali fenomeni, da qui il lasciare la porta aperta così da non precludere la speculare possibilità che il sostrato sia anch’esso costituito in qualche modo da pensiero, da una qualche forma di autocoscienza che lavora precisa.
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Filosofia di strada
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Mercoledì, 16 Settembre 2015 20:10
inviato da pietro
Forse il sostrato, la sostanza primordiale di cui parli, è la dimensione spirituale della realtà, un suo livello sottostante e/o confinante...