In un testo teatrale avevo scritto e anche detto:
«Sono mortale? Sono immortale? Che importa? Io sono e non sono. E’ il diavolo che mi sussurra: tu esisti…tu esisti… tu esisti.»
Non ho ben capito perché nella volontà di esserci e perdurare ci scorgevo il diavolo, forse un qualche motivo ci sarà se anche De Sanctis, interpretando Schopenhauer, lo tira in ballo proprio sul medesimo punto:
«[Il Wille (il volere)]se se ne stesse quieto, sarebbe un rispettabile Wille; ma come ha de' ghiribizzi, gli viene spesso il grillo di uscire dalla sua generalità e farsi individuo. Principium individuationis […] Potrebbe dire: non voglio vivere, e sarebbe Dio; ma quando gli viene in capo di dire: voglio vivere, diventa Satana.»1
1 Francesco De Sanctis, Schopenhauer e Leopardi
Morano - Saggi critici - Opere di F. De Sanctis, vol.V.
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Pensieri Improvvisi