Mi ero immesso sull’autostrada della tradizione platonico-cristiana, la prima che avevo trovato, quella ben segnalata, larga, ben tenuta, con poche e corte gallerie sempre illuminate. Di tanto avevo sostato negli appartati parcheggi del nichilismo moderno gestiti dalla medesima autostrada. Nell’inteso traffico hegeliani mi sorpassavano con auto sportive, non ho mai capito dove erano diretti così in fretta. Marxisti conducevano autoarticolati revisionati mentre qualche heideggeriano tentava di superarli, c’era anche un pulmino carico di suore, erano quasi tutti lì. Differenti modelli e velocità di spostamento nella stessa direzione verso un po’ ignoto casello di uscita.
Troppo traffico, così sono uscito per imboccare l’antica panoramica e ammirare le bellezze naturalistiche. In quella strada nessun cartello per indicare la direzione eppure avevo percezione che mi portasse in un bel posto. Strana sensazione quel panorama naturale al quale appartenevo, davvero bello ma se non glie lo dicevo io manco si accorgeva.
Autostrade della cultura, strade della natura ed io che le percorro. Dei tre l’ultimo è il fattore più prossimo e cruciale eppure il più ignoto. Ci sarà pure un sentiero per percorrerlo alla larga da mistiche autostrade antropocentriche?
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Frammenti Autobiografici
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Domenica, 10 Maggio 2015 12:05
inviato da Pietro
Anche A me piace percorrere strade che non affollate che mi portano ad immergermi nella natura. però non mi dispiace giungere a qualche incrocio, incontrare altri viaggiatori ancorché antropocentrico che vogliono la Precedenza