Strano evento è il gatto.
Anima e corpo, aldilà e al di qua, coincidono in lui. Comunica preciso senza necessità di linguaggio e di procedimento dimostrativo, senza ricorso alla metafora e neppure all’artificio artistico. Non è un simbolo e neppure un’immagine, non allude all'infinito ma lo manifesta, non rappresenta ma s'impone.
Noncurante dei riti gli basta l’immagine del suo corpo soddisfatto che dorme profondo sulle tue ginocchia lì, più potente di un film di Tarkovsky, cela e rivela spontaneo la struttura della Realtà.
Iniziati, sacerdoti e sciamani, tentano di emularlo impantanandosi in occulte energie e entità misteriose di mondi paralleli mentre lui sentenzia in presa diretta: «Or niente è coperto, che non abbia a scoprirsi; né occulto, che non abbia a venire a notizia.»1
Forse meglio diffidare di chi è indifferente ai gatti.
1Vangelo di Luca12:2