Fatto salvo lo specifico DNA caratterizzante ogni filosofo, in che misura il pensiero degli esponenti dell’idealismo è stato influenzato da fortuiti accadimenti fausti? E quelli del nichilismo da avversi?
Quanto le tesi filosofiche sono state determinate da eventi epocali come pure condizionate da incontri casuali, reazioni umorali contingenti, gruppi d’appartenenza o avversi con correlati scambi di cortesie, pregiudizi, piccole vendette?
E in ogni biografia di filosofi, e di tutti quanti, quanta regia procurata da fuorvianti suggestioni nel pensiero per personali -consce, ma ancor più inconsapevoli- dinamiche?
Se la misura risultasse rilevante occorrerebbe riscrive dall’inizio l’intera storia della filosofia in chiave storico sociale e anche psicoanalitica.
La prima è stata più volte svolta, la seconda non mi risulta sia stata ancora scritta.
Letto 4164 volte
Pubblicato in
Filosofia di strada