Giudico preziosi i pneumatici dell’auto nell’affrontare il curvone in velocità, nel contempo schifosi quelli abbandonati al bordo della superstrada. Intanto la natura, noncurante del mio contestualizzare e interpretare pneumatici, persegue altro ordinamento. Irreversibile già ha iniziato a inglobare, flemmatica e catatonica, uomini e pneumatici. Fra pochi decenni ci sarà ben poca differenza tra il mio apparato somatico e quattro gomme abbandonate. Naturale funzionamento di ceneri di magnesio e zolfo che alimenta carbonio.
Numerosi ignorano l’irregressibile processo, qualcuno prende consapevole distanza, altri si rassegnano sereni. Poi ci sono quelli che tifano in suo favore in disinvolto osannante paganeggiare. Forse -a loro insaputa- scorgono un qualche regista occulto, un accattivante orco artefice della perenne fagocitante omeostasi. Strana devozione.