Eccolo al risveglio con miriadi di possibilità e qualche obbligazione, ma è un giorno lavorativo: si alza, rinuncia alle possibilità e ottempera le obbligazioni.
In questo optare talvolta il piacere personale coincide col principio di realtà, sovente diverge, allora implementa un compromesso un po’ nevrotico: adempie l’obbligo sviluppando col pensiero nuove possibilità, talora correlate alla concretezza del presente, di tanto in tanto libere e universali, eppure in quel espandersi non trascura ciò che sta facendo.
Qualcuno riesce a fare di meglio?
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Filosofia di strada