A un festival di filosofia avevano appiccicato sul muro un foglio con scritto:
«La filosofia è la biografia del filosofo».
Nonostante avessi subodorato criptomoralismo la “sentenza”, tutto sommato, mi era piaciuta. Dopo aver visto «Il giovane favoloso», film biografico su Giacomo Leopardi di Mario Martone, ho cambiato idea per la plastica esperienza dello scostamento tra vita (pensiero) e biografia del protagonista.
Incongruità inesorabile e universale: la biografia non è l’accadere del soggetto ma interpretazione narrativa -autobiografie incluse- dell’autore.
Nella biografia filmica, dove tutto è in campo, l’interpretazione del protagonista implementata dal regista inevitabilmente si amplifica, nonostante le migliori intenzioni di ottemperare “statuti epistemologici storiografici”.
Congrua a Leopardi è la sua opera omnia, tutto il resto -nel caso di specie abbozzi di caso clinico del malriuscito, estemporanee sovrapposizioni di madre natura e madre biologica, frequentazione di puttanai partenopei- è noia.