Palermo, ora di pranzo, varco la soglia dell’Oratorio: tutto è bianco, centinaia di angioletti, puttini e amorini in plastici avviluppamenti fanno capolino fra ghirlande di fiori e io considero l'Artista che li ha pensati e fatti. Mi aiuto ricordando annotazioni di teologi e critici d’arte che lo esaltano, ma un misterioso suggeritore interno irrompe, chissà da dove, e mi dice preciso:
«L’Autore è un pedofilo.»
Faccio finta di non sentire e in mezzo a centinaia di culetti nivei cerco qualche faccia. Ne scorgo numerose, ce ne sono tante anche se meno dei culi.
Lì il misterioso suggeritore interno si rimanifesta impetuoso:
«Non hai scampo! Hanno la faccia come il culo. Si sa, puttini, angioletti e amorini hanno sempre chiappe invece di gote.»
Faccio ancora finta di non sentirlo. Ma chi è? Esprime mie inconsapevoli proiezioni assolutamente estranee all’Autore o invece è pensiero lucido che fa centro?