Originale la critica al ‘laicismo’ «Miseria del laicismo» di Diego Fusaro pubblicata da «Lo Spiffero», che giudica sciagurata la laicità quando si attarda nel combattere l’innoffensiva religione tradizionale e il suo rarefatto Dio trascendente, trascurando di attaccare l'immanente mostro della produzione capitalistica nell’«onnipervasivo monoteismo del mercato».
‘Laicismo’ che - per l’Autore - nel combattere l’innocua religione, ma indifferente al crudele capitalismo dilagante, diviene connivente e alleato del capitalismo stesso: «contestando tutti gli Assoluti che non siano quello immanente della produzione capitalistica, il laicismo integralista si pone come il completamento ideologico ideale del dilagante fanatismo economico.»
Fusaro scorge, «salvo errore», «da Paolo Flores D’Arcais a Eugenio Scalfari, da Michel Onfray a Piergiorgio Odifreddi» gli esponenti nostrani di un laicismo neoilluminista che, nel destrutturare la sottomissione alla superstizione religiosa, favorirebbe il dominio della superstizione economica.
Va riconosciuta a Fusaro una valorosa visione anticonformista. Stimolante la riflessione su un capitalismo sì potente da far impallidire il Dio di una tradizione millenaria, ma nel contempo tanto mimetizzato - grazie alla sua onnipervadenza - da non essere più distinto e giudicato, eppure la tesi di Fusaro lascia molteplici motivi di perplessità a partire da contraddizioni nel metodo e merito:
nel giudicare la miseria del laicismo anti-clericale propone nel contempo una laicità anti-capitalistica, comunque reattiva, quasi precettistica. Insidioso aggettivare e ridurre a princìpi ideologici precostituiti la laicità in quanto risulta comico stilare il catechismo del laico ortodosso.
Visti i presupposti non meraviglia che Fusaro termini la sua stringata analisi affermando che «il laicismo si configura oggi come l’involucro ideologico per la globalizzazione, per il liberalismo e per la santificazione del monoteismo del mercato. Per questo, se mi si definisce laico, respingo garbatamente la definizione.»
Ogni uomo pensante e un minimo onesto respingerebbe con l'Autore il ‘laicismo’ per come esposto nell'articolo insieme agli indicati ammonimenti correttivi, percependosi invece laico perchè capace di pensiero soggettivo: se la testa del soggetto è sana tale definizione di laicità, nella sua elementarità, si rivela precisa e congrua: primato del pensiero e della persona. Soggetto pensante e soggetto laico, dunque, coincidenti. Fusaro incluso suo malgrado.
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Filosofia di strada
5 commenti
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Martedì, 04 Giugno 2013 09:40
inviato da matilde cesaro
catechismo del laico ortodosso = comandamenti di biasimo.
liturgia degli apostoli = fraterno capitalismo
frazione di pane e preghiera = furto concussivo...
(interessantissimo post, grazie Bruno!) -
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Martedì, 04 Giugno 2013 11:24
inviato da Paola naldi
caro Bruno, c'è un'altra "superstite" di Mimesis che ti legge sempre con interesse, anche se a volte si sente sprovveduta nei confronti di certi approfondimenti... Ciao Paola Naldi