Annuncio di nascita: «E’ nato Pinco Pallo il giorno 12 marzo alle ore 8»
e ci si ferma lì.
Si nasce immuni da predicato, da ciò che si dice del soggetto e non sarebbe male una esistenza che continui così, ma l’infezione è precoce.
Imperversa già nel bambino che da soggetto sovrano non curante di attributi, insomma uomo, inizia ad infettarsi con aggettivi e ruoli che lo designano, qualificano e determinano.
Cresciuto si farà chiamare avvocato, lo scriverà bello in grande sul citofono e griderà in piazza la sua notorietà, competenza e onestà. Nell’elargire consigli a persone intime premetterà: «Ti parlo come avvocato e come amico».
Dopo tanta fama, stima e autostima, virtù e onore, l’epilogo.
Necrologio: «Partecipiamo al grande dolore per la morte dell' avvocato Pinco Pallo valente professionista integerrimo pubblico amministratore e da sempre amico affettuoso».
Gli è andata bene. Almeno all’inizio, per un paio di mesi, aveva fatto esperienza d'essere uomo invece che un brav’uomo. Non possiamo escludere che avrebbero potuto massacrarlo fin dal primo istante:
«E’ nato Pinco Pallo il giorno 12 marzo alle ore 8, neonato buono, bravo, intelligente e serio».
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Filosofia di strada