Il Papa negli ultimi giorni ha scritto ai cattolici d’Irlanda sugli abusi sessuali perpetrati a minori, ai sacerdoti coinvolti dice: "Dovete rispondere di ciò che avete fatto davanti a Dio onnipotente, come davanti a tribunali debitamente costituiti". Singolare che un mero richiamo al rispetto basilare del vivere comune sia stato percepito, nella Chiesa e non solo, come una svolta radicale. Se l’ovvio è stato avvertito come cambiamento quasi epocale c’è da chiedersi: com’è stata intesa fino ad oggi la giustizia per la Chiesa cattolica, come si è declinata e come si applicata? Più precisamente, il diritto nella Chiesa ha qualcosa in comune con quello della nostra civiltà o è roba dell’altro mondo?Non sono un esperto di diritto canonico ho però seguito, mio malgrado, le peripezie d’un parente che ha avuto a che fare con “leggi dell’altro mondo”; un anno dopo il matrimonio in Chiesa la moglie lo ha mollato e lui, dopo qualche anno, ha incontrato un’altra donna che voleva risposare in Chiesa. Siccome è vietato si è rivolto a un tribunale ecclesiastico dove i prelati, per trentamila euro, hanno viaggiato a ritroso nel tempo per aggiustare la faccenda. Sono andati nel passato e lì hanno annullato all’origine il primo matrimonio; annullare significa una cosa ben diversa dal cancellare; vuol dire letteralmente che sono entrati in un segmento di tempo passato per estrarre chirurgicamente quello specifico evento per farlo sparire e così, siccome il matrimonio andato storto non è mai accaduto, al mio parente è stato concesso di (ri)sposarsi in chiesa. La dissolvenza sempiterna del matrimonio storicamente accaduto fa si che i figli nati da quel matrimonio non siano mai nati anche se esistono; nessun gioco di prestigio, la teologia cattolica romana spiega: Dio ha preso un corpo che oggi vive nella storia grazie alla presenza della Chiesa, che pur realtà umana e istituzionale è nel contempo divina ed eterna. La Chiesa quindi parlerebbe, giudicherebbe e agirebbe col suo Magistero in nome e con i poteri di Dio stesso. Finché queste credenze, questi giochi di prestigio metafisici non si espandono coinvolgendo la società intera poco male, ma se nostro figlio viene violentato da un sacerdote e la Chiesa con il sacramento della penitenza (confessione) non solo perdona il prete pedofilo ma, indifferente alla vittima e alla giustizia sociale, lo purifica in un sol colpo e a tal livello che l’abuso non solo viene cancellato ma non è mai accaduto e la faccenda, in quanto metafisicamente risolta, finisce lì coperta ai mortali con omissioni, insabbiamenti, reticenze, connivenze e complicità è gravissimo, non solo per la vittima e i suoi familiari, ma per tutti noi perché la ferità rimane socialmente aperta. Non si passa col rosso anche se sei di fretta perché in missione per conto di Dio, questo modo anarchico di pensare e specialmente di fare è pericoloso. Molto pericoloso. Consente di bypassare con assoluta disinvoltura le norme che tutti noi ci siamo dati in nome di una autorità umano/divina che giudica e interpreta autoreferenzialmente il mondo. Che cosa sia il diritto in assoluto non lo sappiamo; problema aperto e ginepraio inestricabile, ma per fortuna nel nostro vivere quotidiano le cose sono sufficientemente definite: se parcheggi dove è vietato potresti prendere una multa e se rubi condannato ad una pena. Regole e norme codificate e condivise luogo della nostra identificazione sociale e politica, rimedio per lenire almeno un po’ le ferite e ricomporre il vivere insieme. Sembra che anche il Papa apprezzi e si stia lentamente adeguando.Bruno Vergani