1973. Cercavo un senso alla vita e incontrai don Giussani. Mi disse: “Se vuoi comprendere la vita seguimi e obbedisci"... La verità non è il prodotto della discussione, ma la precede. Io gli ho creduto e rapido mi sono ritrovato ad appoggiare campagne elettorali di brutti figuri, a voler punire penalmente una donna che abortiva... No al preservativo... Si alla scuola cattolica sovvenzionata dallo Stato. Quando arrivavano le indicazioni dall’autorità ecclesiastica obbedivo nel sostenerle e divulgarle ad oltranza, senza grado di dubbio e senza rispetto per la ragioni altrui. Ero giovane ed ingenuo, non riflettevo ma obbedivo: la dottrina sociale dell’autorità ecclesiastica era la volontà di Dio stesso e Dio ne sapeva sicuramente di più della mia piccola mente.Di fatto l’obbedienza non era a Dio ma a uomini che, a loro dire, rappresentavano l’assoluto stesso; un bell’equivoco .Ma oggi Adriano Sofri nell’intravedere in lontananza la sagoma di Don Giussani, lo ringrazia che sia esistito. Massimo Cacciari dopo averlo incontrato una volta, ad una mostra di arte moderna, lo stima incondizionatamente e D’Alema, nel tentativo di allearsi con Casini, afferma che: “La Chiesa è una risorsa straordinaria di questo paese e guai se in un paese così fragile come l’Italia la religione cattolica fosse compressa e schiacciata nella sfera privata. Ne deriverebbe un pauroso impoverimento degli elementi coesivi della società italiana“.Risorsa straordinaria per la società civile una corporazione convinta d'essere la depositaria assoluta della rivelazione divina? Dio, se ci sei, perdona loro perché non sanno quello che dicono.