Nel recente viaggio a Cipro il Papa ha presentato l’Instrumentum Laboris, documento che espone i contenuti fondamentali del prossimo Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente. Il documento vaticano condanna l’islam radicale in quanto: “Tale atteggiamento riguarda anzitutto la società musulmana, ma ha anche conseguenze sulla presenza cristiana in Oriente. Tali correnti estremiste, pertanto, sono una minaccia per tutti, cristiani, ebrei e musulmani, e noi dobbiamo affrontarle insieme”.La minaccia per i non islamici nei paesi che hanno adottato la sharia come legge dello Stato è reale: brutalità e continue violazioni dei diritti umani; sacerdoti, religiosi e volontari cattolici uccisi; attività della Chiesa estremamente limitate. Il cattolico Samir Khalil Samir, gesuita docente di Islamistica alla Saint Joseph University di Beirut intervistato dal settimanale Tempi spiega:“Fino ad oggi l’islam semplicemente non ha capito cos’è la libertà di coscienza, perché i musulmani non pensano in termini di scelta personale, ma di appartenenza a una comunità e a un gruppo... Oggi per noi è normale che la scelta della persona venga al primo posto e le esigenze della comunità al secondo. Perché consideriamo la scelta di coscienza come un diritto naturale fondamentale... L’identificazione fra politica e religione è un errore... “Da una parte che cristiani, islamici e ebrei dialoghino è una buona notizia per tutti, ma che proprio un esponente cattolico si rivolga all’islam e come un novello Voltaire affermi di considerare la scelta personale di coscienza come un diritto naturale fondamentale lascia perplessi.Le condivisibili parole del gesuita Samir per essere credibili dovrebbero avere come destinatario, oltre i fondamentalisti islamici, anche Papa Ratzinger e la sua dottrina, che da sempre mette radicalmente al primo posto la gerarchia cattolica alle scelte del singolo. L’ambiguità di fondo è evidente: quando la Chiesa cattolica si trova in minoranza, come in Medio Oriente, chiede in nome di una laica libertà tutela per le minoranze, quando gioca in casa tende invece ad imporre la propria egemonia.Come potrebbe essere credibile l’appello ad un dialogo sincero con il diverso da un pontificato che dice e ridice che la Chiesa cattolica è il comunicarsi nel tempo e nella storia, quindi nella società, della realtà divina stessa e la sua gerarchia compagnia di uomini prescelti perché investiti da una forza dall’Alto.Visto il pulpito, risulta poco credibile voler insegnare da parte della Chiesa cattolica il diritto alla libertà di coscienza personale all’islam. Ancor meno credibile, visti i presupposti, il suo richiamo a valori laici in difesa delle minoranze. Un po’ di confusione tra i monoteisti. Non fatevi troppo male che lo fate anche a noi.