Correzione di rotta della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che con sentenza definitiva assolve lo Stato italiano. Occorrerà leggere le motivazioni della sentenza, ma qualcosa si può anticipare. A ben vedere nella sentenza di condanna di primo grado del 2009 il crocifisso non poteva essere esposto il luogo pubblico e scolastico, perché giudicato dalla Corte tanto pregno e potente di significato da condizionare l’educazione e violare il diritto di libertà. I “pro” crocifisso, invece di ringraziare, erano rimasti sconcertati alla notizia che l’amato simbolo valesse assai per la Corte di Strasburgo, mentre gli “anti”, invece di preoccuparsi, esultavano.Nella recente sentenza di assoluzione della Grande Chambre si afferma invece che il crocifisso non discrimina perché simbolo di niente, quanto un soprammobile. I sedicenti vincitori dovrebbero rimanere un po’ sconcertati invece di trionfare e gli avversari non hanno congruo motivo di frignare. Invece i primi esultano e i secondi frignano. Ma non è che i diritti dell’uomo siano cosa più seria di questo carnevale?