Ricordo quando i mie figli frequentavano il ginnasio e talvolta erano esistenzialmente confusi ed io mi guardavo intorno in cerca di supporto per poterli aiutare. In un colloquio scolastico colsi rapido l’occasione per chiedere alla loro professoressa di filosofia se la materia da lei insegnata potesse, in qualche modo, aiutare gli studenti a vivere meglio. Ricordo che l’insegnante mi guardò in faccia in un risoluto silenzio che comunicava la sentenza inappellabile: domanda inammissibile e bizzarra. Poi mi disse la motivazione: “Qui non si fa filosofia, ma si insegna storia della filosofia”. Ricordo il suo tailleur grigio che puzzava di naftalina.La professoressa faceva il suo mestiere e la sua risposta era legittima, la mia domanda forse confusa nel metodo e inopportuna nel contesto, tuttavia nel merito ritengo stesse in piedi: se oggi la nuova generazione, a differenza di quelle precedenti, non sa che ci sta a fare su questo pianeta, è urgente e conveniente conoscere il pensiero di chi ci ha preceduto, di tutti quelli che in onestà, profondità e competenza hanno indagato a fondo sull’uomo e la sua esistenza; conoscere la filosofia, i suoi esponenti, i suoi metodi non per mera erudizione, ma per per mettere alla prova quel pensiero oggi, per declinarlo qui e ora, applicando quei percorsi e contenuti, verificando nel quotidiano se e quanto rispondono alle domande fondamentali dell’essere, dell’esistere, del realizzarsi e del morire, per inventare ipotesi originali e iniziare percorsi inesplorati.La filosofia pratica, in estrema sintesi è proprio questo. Una sorgente di acqua, antica e nuova insieme, che lava via la puzza di naftalina ed offre strumenti per renderci attori consapevoli del percorso umano che l’esistenza personale esige.La professione da alcuni decenni si sta diffondendo in occidente e Cavadi, pioniere della materia, spiega e testimonia in questo saggio cos’è e come si pratica. Fatica (pp. 350) specialistica ma nel contempo di indubbio interesse per molti. Specialistica perché insegna le origini della filosofia pratica, rendiconta gli sviluppi e le applicazioni sul campo, approfondisce in dettaglio il confronto dialettico con gli esponenti storici delle diverse “pratiche filosofiche” e delle relative scuole. Affronta in profondità il rapporto, talvolta ostico, con le discipline contigue, analizzando le possibilità di alleanza e i confini teoretici, pratici e deontologici; le sinergie e reciproci rischi di ingerenza rispetto a figure come lo psicologo, lo psichiatra e, razza in via d’estinzione tuttavia trattata, i direttori spirituali.Approfondimenti specifici utili anche per i non addetti ai lavori che per analogia possono agilmente trasporre le tematiche specialistiche in contesti allargati o più prossimi; essendo il campo di lavoro il pensiero umano stesso, di fatto la filosofia pratica è applicabile a tutto e a tutti: dimensioni personali e collettive, familiari e sociali, professionali e artistiche, spirituali e politiche. Qui sta, per il non addetto ai lavori, l’opportunità ma anche il rischio: un fai da te inevitabilmente approssimativo e autoreferenziale, senza un compagno di viaggio competente, può condurre all’equivoco, alla confusione, alla perdita di tempo, allo smarrimento. La filosofia pratica non è banalizzazione, non è un approccio “new age” alla filosofia. Qui Cavadi tira fuori gli attributi del filosofo e chiarisce in profondità, spacca il capello in quattro esponendo con rigore scientifico la disciplina della filosofia pratica attraverso puntuali ed esaurienti connotazioni epistemologiche. Non so se oggi per la strada si affrontino le faccende dell’essere, dell’esistere e del relazionarsi con questo metodo e competenza, comunque l’Autore così ha titolato: “Filosofia di strada”. Poi ha aggiunto “La filosofia-in-pratica e le sue pratiche” il titolo vero.Libro assolutamente da leggere e vivere.“Filosofia di strada. La filosofia-in-pratica e le sue pratiche”, Di Girolamo Editore, Trapani 2010, euro 28,00.Distribuito in Italia dalle Dehoniane di Bologna.