La distanza che il governo in carica esprime rispetto alle reali urgenze di molti italiani è macroscopica. Quando il portavoce di turno commenta la disoccupazione crescente si percepisce rapidi, dal tono e dalla semantica che utilizza, la sua estraneità e indifferenza per la tragica realtà di chi non ha più stipendio. Al portavoce poco importa d’essere empatico con persone che non conosce, lui vola alto, parla di macroeconomia, commenta con baldanza i dati numerici argomentando con metafore calcistiche, mentre coglie l’occasione per far pubblicità al suo operato e propaganda al partito di appartenenza. Di fatto non sa di cosa stia parlando perché la miseria non sai cos’è se non l’hai personalmente e concretamente provata, se non l’hai subita senza volerla.Tuttavia siccome la classe dirigente è scelta dalla maggioranza degli italiani è ragionevole chiedersi se lo scostamento dal reale sia, in qualche modo e a differenti livelli, presente anche nel tessuto sociale e i politici che ci rappresentano, opposizione inclusa, ne siano semplicemente l’espressione.Lo scostamento tra reale e ideale è ben noto in filosofia, lo scozzese David Hume, con approccio grossolano ma efficace, semplifica il problema distinguendo le impressioni dalle idee: quando abbiamo davanti agli occhi un oggetto la sua percezione è viva e pregnante, tale esperienza il filosofo la definisce impressione;se però ci allontaniamo dall’oggetto e non lo vediamo più, l’impressione si diluisce in ricordo, tale esperienza Hume la definisce idea. Se trasponiamo a livello collettivo, quanto enunciato dal filosofo, possiamo osservare che davanti al medesimo oggetto vediamo tutti una cosa più o meno simile, ma appena ci allontaniamo entriamo in un “nostro modo di vedere le cose” in un sistema di concezioni e credenze, di ideologie e fedi.Fino a che punto siamo capaci di ridurre il personale scostamento dal reale perché, ad esempio, capaci di uccidere con le nostre mani l’animale che mangiamo, invece di acquistarlo impacchettato al supermercato? Non possiamo escludere che, vivendo la faccenda in presa diretta, i vegetariani aumenterebbero. Avvicinandoci alla realtà per quella che è senza pregiudizi, filtri, mediazioni e interpretazioni, possiamo forse incontrare la possibilità di vivere insieme in modo più condiviso, pratico e funzionante, in modo migliore. Davvero facile, roba da insegnare all’asilo se lì l’urgenza non fosse quella di sfoggiare simboli celtici e crocifissi.