“La Giustizia” spoglia di concreti casi di specie; “Il Triangolo” sprovvisto degli oggetti triangolari che conosciamo; “La Madre” privata delle madri in carne e ossa; “L’Uomo” senza specifiche persone… Ci sono per davvero o sono mere fantasie?
La problematica ha caratterizzato il medioevo -disputa sugli universali- ma in qualche modo era già iniziata molto prima della scolastica con Socrate-Platone, che mica ti chiedevano pareri su circostanze contingenti bensì definizioni della Pietà, della Saggezza, del Coraggio… Tutta roba che consideravano sussistente di per sé e che abbiamo già dentro e che, dunque, possiamo partorire. Anche ai nostri giorni l’epistemologia indaga, con risultati non tanto migliori rispetto ai classici, se sussista o non sussista e se alberghi prima, in, o post le cose, un concreto status ontologico dei generi e delle specie che applichiamo alle molteplici singolarità del mondo reale.
Tutto sommato l’affermazione di universali preesistenti là in un iperuranio che nel loro procedere fanno le cose di questo mondo, è un modo sofisticato per affermare l’esistenza di Dio, sia quello rivelato dei monoteismi che di quelli pagani. Alfred North Whitehead annotava che “tutta la storia della filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone”, tuttavia nel monitorare la disputa sugli universali possiamo osservare che si tratta di note sempre più correttive. Abelardo (1079 – 1142, ma moderno assai) interpretava gli universali -lo espongo grossolanamente- frutto della razionalità umana capace di cogliere e tirar fuori dagli oggetti esistenti categorie che li accomunano, è dunque l’intelletto umano che fa gli universali estraendoli e astraendoli dal molteplice ed eterogeneo tangibile per ipostatizzarli codificandoli in un linguaggio condiviso.
Il punto è che, sia creati da Dio -«Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.»- che prodotti dall'umana ratio, una volta fatti gli universali ci sono per davvero, e che ci sia un punto della natura (Homo sapiens) capace di tanto qualcosa vorrà pur significare.