L’Io, quello che poggiando su se stesso sa di essere proprio lui, che distinguendosi dal tutto afferma di essere qualcuno invece che nessuno, che autoconsapevole della sua individualità sa di non essere un altro. Io inteso come soggetto, entità sovrana unica e irripetibile, che ha forse anima personale, indivisibile e magari eterna, caratterizzata da ecceità e quiddità, termini che affermano la sua ultima e insostituibile specificità singolare, ecco tutto sbagliato dicono in molti.
Ciò che chiamiamo Io sarebbe nient’altro che un agglomerato di DNA, circostanze, ambiente, costruzioni culturali apprese e introiettate, archetipi ereditati, intersoggettività. Un affastellarsi di materiali disponibili intorno a un nucleo impersonale, come le mosche si appiccicano al miele, che produce l’illusione di una individualità autonoma, ma di fatto nient’altro che un oggetto tra oggetti.
Vero è che il processo di soggettivazione implica quote rilevantissime di intersoggettività e assoggettamento alla natura e agli altri, dato che senza l’Altro, oltreché a non poter più cavarcela nel mondo odierno, non sapremmo manco chi siamo personalmente. Vero anche l'arzigogolato paradosso “allotropo empirico-trascendentale” che descriveva Michel Foucault; termini complicati che definiscono l’inevitabile dinamica che sperimenta il soggetto che generando e formalizzando saperi diventa simultaneamente oggetto di questi. In effetti anche senza elaborare incontrovertibili saperi, empiricamente constatiamo che appena diciamo “la nostra” diventiamo oggetti di questa, perché nel proferirla, e ancor di più nello scriverla, “la nostra” prende consistenza autonoma impipandosene dell’autore, nel senso che lo trascende.
A me, nonostante il sempre più deciso assedio all’Io, una vaga sensazione che ci sia personalmente ancora un po' permane, così, a pelle, senza entusiasmi, ma questa è una opinione che niente vale, una prova più solida di una autonoma esistenza dell’Io la possiamo forse ottenere contestando i detrattori della sua sussistenza ontologica, così da monitorare se permarranno impersonalmente indifferenti, o se la prenderanno a male tenendoci il broncio. Se l’Io non esiste chi sarà mai a tenercelo (il broncio)? Se permarranno indenni potremmo passare all'insulto e poi alla percossa di quei sedicenti nessuno, magari si fa vivo qualcuno.