All’inizio dell’autostrada un ragazzo faceva autostop, mi pareva di conoscerlo, sì era proprio il figlio di quei pacifisti che avevano abbandonato la città per la campagna, quelli che aravano la terra coi buoi al posto del trattore per non ferirla con movimenti meccanici violenti e inquinanti.
Dopo trecento km ci fermavamo all’Autogrill e quello nell'uscire prendeva dallo scaffale una pistola giocattolo, quattro ore di sofferenza senza rimedio: abbassato il finestrino simulava di sparare a tutte le auto che gli venivano a tiro, con voce nasale faceva anche il rumore di quel suo far fuori il mondo: «Bang Bang!» Forse legittima difesa da quelli dov’era nato.