Luigi Amicone direttore di Tempi, settimanale cattolico ciellino, esterna il suo teorema sul “caso Ruby” nell’ articolo che titola: “Tentativo di una rocciosa arringa in difesa della libertà, legalità e democrazia”; che nel merito suona così: chi attacca Berlusconi è libertino moralista connivente col far west del diritto.Poco condividiamo dell’attuale dottrina sociale della Chiesa e ancora meno di quella ciellina, ma vediamo di non reagire, di staccarci per un istante da noi stessi per immedesimarci laicamente e senza pregiudizio nelle ragioni di fondo che muovono la mente del Direttore di Tempi considerando i vantaggi che il Premier elargisce alla dottrina sociale di una certa Chiesa a cui Amicone appartiene, eppure l’articolo non sta in piedi lo stesso, così poniamo all’Autore un quesito squisitamente logico: “In base a quale postulato sembra obbligatorio il bizzarro sillogismo che un leader per essere in grado di non fare leggi abortiste e permissive, né dare eutanasia per sentenza di un giudice e quant'altro voi ritenete giusto e santo occorra che sia necessariamente uno “schifoso”?Perché non v’impegnate in un progetto che trovi un Premier espressione reale e intimamente protagonista, per ideali e stili di vita, a quello che voi sta a cuore, senza che vi giudichiate per questo moralisti e neppure ipocriti?Amicone nega il suo zelo difensivo per Berlusconi e così risponde:“Non ho fatto questo sillogismo, siete voi che lo sforzate. Comunque sia apprezziamo dove volete andare a parare e mi piace la vostra idea, a una condizione: prima si rimette al posto in cui deve stare certa magistratura (riforma della giustizia) e poi aperti a tutto. Luigi Amicone”Non so dove abbiamo “sforzato”, ma prendiamo atto che anche di fronte alla logica e alle prime prese di posizione ufficiali dell'autorità ecclesiastica riguardo il "caso Ruby" Amicone non molla ancora l’osso nel difendere ad oltranza Berlusconi. Mistero della fede. Ma come è possibile?Risulta evidente che per appartenenti autorevoli di Comunione e Liberazione l’essere morali non è il comportarsi rettamente e onestamente ma un’altra cosa. Cosa? Che etica perseguono? Veniamo al punto. Per un appartenente a CL chi è oggi Gesù Cristo? La “Verità” chi è, dov’è? Nella Chiesa cattolica romana? Non proprio; Cristo è concettualmente teoricamente nella Chiesa, ma di fatto è in quel pezzo di Chiesa che il ciellino ha incontrato: Cl stessa; non ci risulta che Formigoni abbia come riferimento l’arcivescovo di Milano Tettamanzi, il suo diretto responsabile per giurisdizione e obbedisca a lui, tutt’altro. Capita talvolta che l’autorità ecclesiastica sia vicina alla sensibilità ciellina come gli ultimi due Papi, in tal caso la dimensione ecclesiologica del movimento si espande, in ogni caso Gesù Cristo, la somma giustizia, per CL si esprimerebbe nelle autorità del movimento, coinciderebbe con l’autorità del movimento, tutto il resto è giudicato astrazione ideologica; bibbia, vangelo, etica inclusi. In questa teologia tribale il senso della cose e della vita, la morale, la cosa pubblica non sono temi da perseguire, da decifrare con imparzialità e confronto con tutto e tutti in quanto si presume di possedere, perché prescelti dal destino, il significato ultimo, di tutto e di tutti, in maniera integrale e indiscutibile: la presenza di Cristo che vive nella storia attraverso la loro compagnia. Cristo coincide con loro. La verità coincide con loro, il senso della storia pure, il bene pubblico anche. Qui sta l’equivoco, qui sta la patologia e allora poco importa il personale confronto reale con tutti gli uomini di buona volontà in un percorso umile, quindi intelligente, logico, ragionevole che tiene conto della correttezza e onestà personale, capace di giudicare nel merito fatti e scelte, in quanto per l’identità teologico-tribale ciellina seguire Cristo significa obbedire con tutto il proprio essere all’autorità che all’interno del movimento lo guida e oggi l’ordine del giorno è difendere un anziano signore liftato. Più obbediscono e più si sentono nel giusto perché appartenenti ad una realtà umana che pur nella storia la trascende e giudica, avanguardia e modello del bene di tutti. Quindi puoi essere competente, onesto, integerrimo ma se non obbedisci alla compagnia sei considerato all’interno di CL falso e amorale anche se ti comporti come Teresa di Calcutta. Se invece sei un condannato, indagato, imputato e rinviato a giudizio perché ladro o corruttore, o sei puttaniere ma, in qualche modo, favorisci la compagnia sacramentale alla quale appartieni obbedendo alla linea partitica e alla dottrina sociale indicata sei morale.E’ evidente che all’interno di CL chi è un minimo sensibile avverte che c’è qualcosa che non va, ma siccome è stato programmato all’obbedienza invece di dissentire, per far quadrare il cerchio, reagisce stringendosi ancor più nel gruppo, nel tentativo di sostenere l’inumana fatica del dover continuamente ricapitolare la società alle soggettive credenze e interessi tribali.