BLOG DI BRUNO VERGANI

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Domenica, 23 Gennaio 2011 15:32

Caso Ruby mistero della fede?

Scritto da  Bruno Vergani

 

Luigi Amicone direttore di Tempi, settimanale cattolico ciellino, esterna il suo teorema sul “caso Ruby” nell’ articolo che titola: “Tentativo di una rocciosa arringa in difesa della libertà, legalità e democrazia”; che nel merito suona così: chi attacca Berlusconi è libertino moralista connivente col far west del diritto.Poco condividiamo dell’attuale dottrina sociale della Chiesa e ancora meno di quella ciellina, ma vediamo di non reagire, di staccarci per un istante da noi stessi per immedesimarci laicamente e senza pregiudizio nelle ragioni di fondo che muovono la mente del Direttore di Tempi considerando i vantaggi che il Premier elargisce alla dottrina sociale di una certa Chiesa a cui Amicone appartiene, eppure l’articolo non sta in piedi lo stesso, così poniamo all’Autore un quesito squisitamente logico: “In base a quale postulato sembra obbligatorio il bizzarro sillogismo che un leader per essere in grado di non fare leggi abortiste e permissive, né dare eutanasia per sentenza di un giudice e quant'altro voi ritenete giusto e santo occorra che sia necessariamente uno “schifoso”?Perché non v’impegnate in un progetto che trovi un Premier espressione reale e intimamente protagonista, per ideali e stili di vita, a quello che voi sta a cuore, senza che vi giudichiate per questo moralisti e neppure ipocriti?Amicone nega il suo zelo difensivo per Berlusconi e così risponde:“Non ho fatto questo sillogismo, siete voi che lo sforzate. Comunque sia apprezziamo dove volete andare a parare e mi piace la vostra idea, a una condizione: prima si rimette al posto in cui deve stare certa magistratura (riforma della giustizia) e poi aperti a tutto. Luigi Amicone”Non so dove abbiamo “sforzato”, ma prendiamo atto che anche di fronte alla logica e alle prime prese di posizione ufficiali dell'autorità ecclesiastica riguardo il "caso Ruby" Amicone non molla ancora l’osso nel difendere ad oltranza Berlusconi. Mistero della fede. Ma come è possibile?Risulta evidente che per appartenenti autorevoli di Comunione e Liberazione l’essere morali non è il comportarsi rettamente e onestamente ma un’altra cosa. Cosa? Che etica perseguono? Veniamo al punto. Per un appartenente a CL chi è oggi Gesù Cristo? La “Verità” chi è, dov’è? Nella Chiesa cattolica romana? Non proprio; Cristo è concettualmente teoricamente nella Chiesa, ma di fatto è in quel pezzo di Chiesa che il ciellino ha incontrato: Cl stessa; non ci risulta che Formigoni abbia come riferimento l’arcivescovo di Milano Tettamanzi, il suo diretto responsabile per giurisdizione e obbedisca a lui, tutt’altro. Capita talvolta che l’autorità ecclesiastica sia vicina alla sensibilità ciellina come gli ultimi due Papi, in tal caso la dimensione ecclesiologica del movimento si espande, in ogni caso Gesù Cristo, la somma giustizia, per CL si esprimerebbe nelle autorità del movimento, coinciderebbe con l’autorità del movimento, tutto il resto è giudicato astrazione ideologica; bibbia, vangelo, etica inclusi. In questa teologia tribale il senso della cose e della vita, la morale, la cosa pubblica non sono temi da perseguire, da decifrare con imparzialità e confronto con tutto e tutti in quanto si presume di possedere, perché prescelti dal destino, il significato ultimo, di tutto e di tutti, in maniera integrale e indiscutibile: la presenza di Cristo che vive nella storia attraverso la loro compagnia. Cristo coincide con loro. La verità coincide con loro, il senso della storia pure, il bene pubblico anche. Qui sta l’equivoco, qui sta la patologia e allora poco importa il personale confronto reale con tutti gli uomini di buona volontà in un percorso umile, quindi intelligente, logico, ragionevole che tiene conto della correttezza e onestà personale, capace di giudicare nel merito fatti e scelte, in quanto per l’identità teologico-tribale ciellina seguire Cristo significa obbedire con tutto il proprio essere all’autorità che all’interno del movimento lo guida e oggi l’ordine del giorno è difendere un anziano signore liftato. Più obbediscono e più si sentono nel giusto perché appartenenti ad una realtà umana che pur nella storia la trascende e giudica, avanguardia e modello del bene di tutti. Quindi puoi essere competente, onesto, integerrimo ma se non obbedisci alla compagnia sei considerato all’interno di CL falso e amorale anche se ti comporti come Teresa di Calcutta. Se invece sei un condannato, indagato, imputato e rinviato a giudizio perché ladro o corruttore, o sei puttaniere ma, in qualche modo, favorisci la compagnia sacramentale alla quale appartieni obbedendo alla linea partitica e alla dottrina sociale indicata sei morale.E’ evidente che all’interno di CL chi è un minimo sensibile avverte che c’è qualcosa che non va, ma siccome è stato programmato all’obbedienza invece di dissentire, per far quadrare il cerchio, reagisce stringendosi ancor più nel gruppo, nel tentativo di sostenere l’inumana fatica del dover continuamente ricapitolare la società alle soggettive credenze e interessi tribali. 

Ultima modifica il Sabato, 29 Ottobre 2011 00:13
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14 commenti

  • Link al commento  bruno vergani moderatore Mercoledì, 26 Gennaio 2011 13:29 inviato da bruno vergani moderatore

    Anche con don Giussani era la stessa cosa, oggi con il caso Berlusconi risulta solo più evidente l'assurdità di questa teologia tribale. Riguardo le dinamiche di quello che definisci "autoplagio" puoi leggere in questo blog il racconto memorie di un ex monaco, dove mi attardo sull'argomento. Anche nel libro di Pinotti "La lobby di Dio" spiego il punto. Dai frutti rinonoscerete l'albero e se il frutto è il far dipendere la personale realizzazione umana al difendere obbligatoriamente e ad oltranza un vecchio liftato in nome di Dio c'è qualcosa che non va (per usare un eufemismo).
    Occorre il coraggio di scegliere tra verità e consolazione.

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  • Link al commento  VUDOK Domenica, 13 Febbraio 2011 02:04 inviato da VUDOK

    Ancora sul concetto di libertà e obbedienza in CL trascrivo questo commento di un ciellino che contesta le critiche del recente libro sul movimento di Ferruccio Pinotti. Mi pare - leggendo questo testo - che chi scrive sia veramente convinto di essere libero e lo argomenta in modo, almeno apparentemente, forte. Ha ragione lui o hai ragione tu?

    "la parte più comica è stata quando si è affermato che il ciellino è obbligato ad obbedire ai propri superiori come a Dio. Ma chi ve l’ha detta ‘sta roba? =D Manco nella Chiesa tout-court è mai stato vero, ma neppure nei periodi di guelfismo più nero! L’obbedienza non scavalca mai la libertà personale, non lo fa mai in nessun libro di Giussani che io mi ricordi (a proposito, ma ne avete letto qualcuno? In bibliografia ce ne sono 3, e nessuno di concetto -tutti storiografici. Ci credo che poi si prendono ‘sti abbagli!). Tanto che, da che io mi ricordi della mia educazione ciellina, è sempre stato considerato migliore disobbedire con coscienza, che aderire acriticamente. L’obbedienza ha senso se ti aiuta a capire che la cosa più giusta da fare per sé stessi è qualcosa ‘oltre’ la propria momentanea pulsione. Una funzione educativa, non tirannica. A volte assume contorni drammatici, specialmente se si tratta di obbedienza a figure riconosciute di magistero della Chiesa, come i vescovi etc (e non ai capetti locali o ai capocasa, che di certo non avranno mai la stessa autorità). Ma l’obbedienza parte sempre dalla CERTEZZA che l’altro dica le cose per il tuo bene, per farti crescere. Se viene meno questa fiducia, non c’è obbedienza che regga. Posso capire che, vista l’opinione che molti denigratori del movimento si sono fatti di CL, la cosa possa sembrare assurda, ma le cose stanno proprio così. Si obbedisce a chi si ama, mai nient’altro (specialmente, mai viceversa!). Che poi qualcuno dei ciellini abbia scelto la strada facile, obbedendo senza più colpo ferire, può certamente darsi. Ma questi sono un problema (prima di tutto per sé stessi), non un prototipo."

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  • Link al commento  solchecca Domenica, 13 Febbraio 2011 08:07 inviato da solchecca

    Per Vudok:
    Un po' ha ragione lui. E' vero che in Cl non si fa appello all'obbedienza (ma neanche alla libertà di coscienza, roba per laicisti o catto-comunisti). In un certo periodo era invece una delle parole d'ordine di Giussani, mentre cercava di formare quella che doveva essere l'elite, i Memores. Si parla più spesso di "seguire per verificare". No, i meccanismi sono molto più sottili. Appena, verificando, uno comincia ad avere qualche dubbio e a manifestarlo, a usare vocaboli e riferimenti che non sono quelli del gergo, si fa il vuoto intorno, gli amiconi di sempre cominciano a guardarti da lontano. Qualcuno parla ancora con te, ma solo i "più grandi", quelli che sanno risponderti. A un mio amico, che poneva domande difficili, sempre con dolcezza e confrontandosi con onestà con il "discorso", hanno diviso la scuola di comunità, lasciandolo con pochi "più grandi". Solita motivazione ecclesiastica: difendere la fede dei piccoli. Così sono moltissimi quelli che hanno forti dubbi sulle opzioni politiche di CL, ma sanno che è meglio non dirlo troppo forte (tanto più a "quelli di fuori"!): ti troveresti ben presto ai margini; gli altri, quelli che strillano su Facebook, ripetono le parole d'ordine solite, ma in realtà non sanno assolutamente difendere la loro opinione, perché in realtà non è la loro. Perciò domani che le parole d'ordine cambiano, virano di 360 gradi anche loro. Così dal sinistrismo estremo dei primi anni 70 si è passati a... Berlusconi. Non è questione di obbedienza: giocano tutti i più tipici meccanismi della "setta", ben conosciuti dalla psico-sociologia.
    Ciao Francesca

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  • Link al commento  bruno vergani moderatore Domenica, 13 Febbraio 2011 13:02 inviato da bruno vergani moderatore

    Gentile Vudok, a seguito del mio intervento sulla "Lobby di Dio", Camillo Langone che non è un ateo illuminista ma un cattolico conservatore, ha scritto sul Foglio di Ferrara un articolo contro l'ecclesiologia "tribale" ciellina, sostenendo la mia testimonianza. Nessuno dico nessuno dei responsabili di CL ha chiarito nel merito, si sono limitati ad un attacco a Langone e anche a Ferrara che si può leggere qui:

    http://www.ilfoglio.it/soloqui/7076

    per esperienza che "obbedire ai propri superiori come a Dio" è nel metodo e nel merito l'ecclesiologia di CL, gli scritti di Don Giussani sono lì a testimoniarlo, il movimento pure. Se un ciellino afferma "ma chi ve l'ha detta 'sta roba?" significa che è uno che vive al margine, uno che non conosce chi frequenta, uno che non sa quello che dice e neppure quello che fa.
    E'questione di "dosaggio" nel coinvolgimento, dell'appartenenza al gruppo, un po' come è accaduto nei movimenti di sinistra negli anni 70, c'era chi parlava di ideali rivoluzionari e chi invece era coinvolto anima e corpo in differenti livelli e gradi e tra questi posizioni intermedie. In CL, come nella Chiesa tout-court la compagnia è ritenuta sacramentale: permanenza di Cristo presente nel rapporto con l'autorità. Si esprime in una compagnia guidata da uomini che per processo analogico, direi misterico se non evocasse qualcosa di pagano, rappresentano Cristo stesso. Il mistero dell'autorità è il mistero di Cristo. Il punto è che all'interno di questo metodo troviamo differenti gradi e livelli di coinvolgimento: alcuni aderiscono in modo vago. Credono che il Papa rappresenta Cristo nella storia e così lo guardano con devozione al telegiornale delle 13 e un paio di volte nella vita vanno in piazza San Pietro a battergli le mani sotto la finestra. La modalità di relazione con l'autorità non determina significativi cambiamenti del loro vivere. Continueranno amando e lavorando come riterranno opportuno, ispirandosi di tanto in tanto a quella generica figura di riferimento, con la quale manterranno informe e intermittente fedeltà e obbedienza.Per altri la modalità di rapporto col Dio presente attraverso l'autorità assume maggior concretezza e precisione. Seguono un responsabile nel gruppo ecclesiastico a cui appartengono. Siccome la compagnia è guidata per adempiere al precetto si recheranno una volta al mese dall'autista, così a colloquio con il Dio che si manifesta attraverso il superiore metteranno sul tappeto le scelte di vita che decideranno di riferire al superiore, poi cercheranno di aderire alle indicazioni avute; a questa "fascia" tiepida appartiene l'intervento che hai citato. Per altri il coinvolgimento concresce, si rapprende e indurisce. A lui verrà chiesto di appropriarsi dei contenuti, dei giudizi e delle opinioni dell'autorità per farle diventare intimamente proprie, questo è l'approccio al movimento che ho vissuto e di cui ho scritto.

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  • Link al commento  VUDOK Domenica, 13 Febbraio 2011 14:46 inviato da VUDOK

    Grazie a Francesca e Bruno per i preziosi chiarimenti al mio quesito. In effetti ciò che impressiona in Cl è che i suoi membri anche più consapevoli, di fronte alle critiche non si interrogano mai su nulla e spiegano qualsiasi difetto del loro movimento con il banale e inefficace richiamo "Siamo anche noi dei peccatori", frase che nell'ottica cristiana sarà anche valida ma che non ha nessuna efficacia nè teorica nè pratica, visto che poi basta confessarsi e tutto si mette a posto (e continua come prima): insomma, leggendo le reazioni all'articolo del Foglio, si nota come non ci sia veramente nessuna argomentazione nel merito. Anzi, una palese irritazione.
    Una cosa a Cl bisogna però riconoscerla, tante persone vi aderiscono con il massimo dello slancio (almeno così pare ascoltandole) e in tanti paesi del mondo creano e gestiscono realtà caritative importanti e aiutano tanta gente in difficoltà. Sembra insomma che solo l'integralismo di pensiero garantisca un forte impegno sociale: un bel paradosso che alla fine finisce per dar ragione proprio agli integralisti. Che possono dire: voi campioni del libero pensiero poi in termini di carità pratica fate davvero poco. Cosa ne pensate?

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  • Link al commento  bruno vergani moderatore Domenica, 13 Febbraio 2011 19:10 inviato da bruno vergani moderatore

    @Vudok
    Nella Chiesa cattolica ci sono molte realtà impegnate in opere di carità, le più efficienti sono quelle non pietistiche e neppure integraliste, comprese alcune realtà cielline periferiche e un po' "anarchiche" che operano nel terzo mondo.
    Aiutare, donare, regalare e anche bontà e carità, sono parole insidiose generatrici di "poverini", a maggior ragione quando si stila una graduatoria delle stesse, con queste premesse
    la mela offerta in dono è sovente avvelenata, cavallo di Troia, che nell'aiutare (vera e propria dipendenza nei gruppi fondamentalisti) gli altri li fagocita; in effetti l'aiuto al prossimo è l' alibi necessario per autogiustificare, nel suo assioma incontestabile e ammirabile, che non sono nell'errore ma nel giusto. Di fatto, non accolgono nessuno se non le idee del gruppo, tant'è che se l'altro, cercato e accolto e aiutato con sommo amore, non si adegua ai salvatori per il semplice fatto che rimane sé stesso, viene inopinatamente combattuto e se persiste negato.
    Bah, forse tutto sommato meglio una mela avvelenata che niente? Se si sta morendo di fame e la mela non è letale forse si... lei mi confonde caro Vudok.

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  • Link al commento  VUDOK Domenica, 13 Febbraio 2011 19:42 inviato da VUDOK

    Caro Bruno, forse non ho capito bene ma intendi dire che i ciellini, così come altri cattolici o cristiani integralisti, aiutano solo chi aderisce alle idee del gruppo (escludendo appunto poche realtà periferiche?). Leggendo le loro testimonianze, mi pare che questo non accada. Mi riesce difficile pensare che la Ong di ispirazione ciellina che opera in America Latina aiuti solo i favelados che aderiscono in qualche modo a Cl. Ma forse ho inteso male la tua osservazione.
    Quanto alla tua domanda finale, ovvio che nelle situazioni estreme (comunque abbastanza rare anche nel Terzo Mondo, dove dolore e drammaticità hanno un peso diverso... ma sarebbe un argomento assai lungo da affrontare) è meglio la mela avvelenata che niente. Ma la mia domanda è un'altra: possibile che quasi sempre sono gli integralisti a offrire aiuto? Il mondo laico (non intendo dire laicista o anticlericale) su questo piano non finisce per essere ancora troppo sterile e quindi egoista?

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  • Link al commento  bruno vergani moderatore Domenica, 13 Febbraio 2011 20:50 inviato da bruno vergani moderatore

    Caro Vudok,
    il fine ultimo dell'aiuto è il far entrare il bisognoso nel gruppo. Il processo, se visto dall'interno, ha una sua logica: siccome per la "teologia tribale" integralista il bene assoluto è Dio stesso incarnato nella storia attraverso il loro gruppo, l'emancipazione completa del bisognoso si realizzerà nell'aderire e nell'appartenere al gruppo stesso.
    Il punto di partenza non è una mera volontà d'espansionismo, tuttavia una singolare concezione teologica porta di fatto a questo.
    Altra cosa sono mezzi per realizzare il fine, qui troviamo una gradualità della proposta, all'inizio c'è sempre accoglienza, mai esclusione: punto uno riempire lo stomaco dell'affamato, atto ammirevole e condivisibile, poi a stomaco pieno, quando il bisognoso comincia a digerire le cose cambiano e gli è richiesta appartenenza.
    Non so rispondere esaurientemente alla tua domanda, mi vengono alla mente famiglie con il padre despota ed i bambini obbedienti, da fuori sembra che tutto funzioni al meglio, ma è apparenza.
    Non so se siano più generosi o forse solo più militarizzati gli integralisti; un esercito che obbedisce a regole codificate ed autorità indiscusse è più efficace e più efficiente rispetto ad aggregazioni di uomini liberi che tentano di trovare una strategia condivisa, ma a che prezzo?

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  • Link al commento  vincenza briscioli Mercoledì, 02 Marzo 2011 09:14 inviato da vincenza briscioli

    buona giornata, ho scoperto il suo blog nel libro La Lobby di Dio di Pinotti. Sono una laica, mi hanno sempre incuriosito le sette e CL lo è e lo è sempre stata fin dagli anni universitari, quando uno sparuto numero di persone decidevano per il grande gruppo degli studenti, quando doveva essere fatto l'esame di patologia medica (un esempio piccolo piccolo, fra i tanti) in base ai loro impegni di ritiro spirituale...e poi nel tempo quando si decide che il primario di un ospedale sarà quello perchè è di provata fede CL e non per i suoi meriti.
    Questo sistema non ha niente a che fare con l'incarnazione di Cristo nella storia, questo sistema è vecchio come gli interessi carnali degli uomini, questo è un sistema lobbistico, che a me persona libera e cittadina del mondo nel 2011 mi fa veramente orripilare la pelle...ed è un sistema che annienta il libero pensare... merita di essere mascherato senza rabbia, ma con la pacatezza del ragionamento e del buon senso...doti quest'ultime di raro riscontro in questo tempo.
    Mi pare dalla lettura del suo blog di avere incontrato un uomo libero.
    cordialmente

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  • Link al commento  bruno vergani moderatore Mercoledì, 02 Marzo 2011 17:00 inviato da bruno vergani moderatore

    gentile Vincenza, grazie per l'intervento

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