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Caro Bruno,
(chiamiamoci per nome) sarebbe troppo lungo approfondire la questione su queste pagine. Diciamo che i suoni della natura "ci piacciono" perchè, vivendoci all'interno, ci condiziona: i gusti "spontanei" sono infatti il prodotto di un'educazione ricevuta a nostra insaputa, o meglio di ciò che più propriamente dovremmo chiamere "condizionamento". Ma, così come l'educazione liberamente scelta è un valore quando ci trae fuori da pregiudizi e comportamenti tanto tradizionali, quanto ingiusti (la violenza animale, la sopraffazione tra sessi, e via dicendo), credo sia un valore anche quando ci porta ad apprezzare (anche) bellezze non spontanee. "Natura" non è sempre sinonimo di bontà e valore. Detto questo, certo non è obbligatorio affrontare un paziente e complicato lavoro di comprensione di organizzazioni estetiche diverse da quelle apprese nostro malgrado (ricordo che certe musiche "naturali" in oriente o in India a noi paiono rumori), tuttavia da un lato allarga gli orizzonti, dall'altro apre individualmente a numerosi, nuovi e inattesi piaceri. A me è successo, ne sono stato lieto e perciò cerco di promuoverlo.