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Mi capita con gli amici buddisti delle nostre cenette filosofiche di protestare contro la loro pretesa di soppressione del desiderio (e, conseguentemente, dello stesso soggetto desiderante). Se mai, platonicamente, possiamo sperare che il desiderio di cose e corpi belli possa evolvere ed investire anche oggetti spirituali, artistici etc. senza per questo escludere il piacere di un materialissimo gelato in una giornata afosa.