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“ Non so cosa Hieronymus Bosch volesse esprimere nel particolare del pargolo col gufo. Anche se l’immagine è forse conseguenza di psicotropo Giusquiamo appena ingurgitato dall’Artista, nel contesto del post lo interpreto abbraccio alla mitica entità astratta con l’articolo determinativo e rigorosamente in maiuscolo de “La Madre” ecc. che sostituisce la persona reale. Omino ammaliato, rapito, affascinato dall’illimitato celestiale che confonde con la persona reale. Omino incantato dall’ineffabile, aereo, paradisiaco, grandioso, etereo, idilliaco, supremo, stupendo, sovrumano, eccelso, altissimo, immenso, indicibile, grandissimo, sconfinato, angelico, sacrosanto, intangibile, impareggiabile, meraviglioso, splendido, strabiliante ed estatico Ente assoluto, che lui stesso crea e confonde con donne e uomini normali. Nell’equivoco li trasforma in gufi potenzialmente mortiferi. A ben vedere ogni demonizzare la persona è preceduto, o sovente mischiato, al deificarla. Numerosi “femminicidi” confermano tale dinamica. ”