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La questione della responsabilità personale.

Mi si è fatto notare che nella descrizione ufficiale dei Memores viene affermata la “totale responsabilità personale” degli aderenti e che, pertanto, in alcuni passaggi della mia recensione mi perda in interpretazioni errate del pensiero di Giussani.

Il testo ufficiale descrittivo dei Memores recita:
«Il Memor Domini è un laico che liberamente vive una esistenza totalmente immersa nel mondo con una “totale responsabilità personale” [in grassetto nell’originale] e che si impegna alla missione vivendo il proprio lavoro professionale come il luogo della memoria di Cristo.»
Tale invito all’autocoscienza responsabile del soggetto è estrapolata da una intervista a Luigi Giussani (Lucio Brunelli e Gianni Cardinale 30 Giorni 1/05/1989) dove considerava, con riferimento ai Memores, non necessario «ricorrere alla caratteristica formale della vita religiosa [voti] » oltre al battesimo e cresima. Giussani aggiungeva:
«La mia immagine è quella di un laico che liberamente vive una esistenza totalmente immersa nel mondo con una totale responsabilità personale. Ad esempio se è imprenditore è totalmente padrone e corresponsabile con altri eventuali soci della sua impresa. Non è la pretesa di una maggiore libertà, ma un documento di stima e di fiducia totale nella responsabilità personale del laico cristiano.»
Altro invito di Giussani alla responsabilità personale lo incontriamo in «È venuto il tempo della persona» (a cura di L. Cioni, Litterae Communionis CL, n. 1/1977, p. 11):
«Quando infatti la morsa di una società avversa si stringe attorno a noi fino a minacciare la vivacità di una nostra espressione e quando una egemonia culturale e sociale tende a penetrare il cuore, aizzando le già naturali incertezze allora è venuto il tempo della persona.»

Estrapolate dal contesto sembra che Giussani affermi l’indipendenza sovrana del soggetto pensante, ma nel percorrere integralmente il suo pensiero veniamo informati che tale primato di gloria autocosciente si attua sempre e solo nella dipendenza. Ritengo che la “totale responsabilità personale” enfatizzata nel descrizione ufficiale del Memores andrebbe accompagnata da un asterisco collegato a glossa chiarificatrice di Giussani stesso, che così spiega:

«Troviamo la legge dell’autocoscienza, analogicamente, dentro l’esperienza psicologica dell’uomo: si riconosce e si ama la propria identità riconoscendo ed amando un altro. Nella storia psicologica di una persona, sorgente della capacità affettiva è una persona così riconosciuta da essere accolta e ospitata. Per il bambino questa presenza è quella della madre, tanto che, se manca questo, la sorgente affettiva rimane arida. Ma ad un certo punto questo segno naturale non basta più, perché il soggetto si è evoluto verso la giovinezza che si arruffa e mostra le caratteristiche dell’assenza di affezione: nella giovinezza confusa, smarrita, scomposta e pretenziosa, è venuto il momento dell’Altro, vero, permanente, di cui si è costituiti».
«il progetto della nostra maturità non lo possiamo avere noi, così non possiamo scegliere noi il maestro, dobbiamo solo riconoscerlo. Il maestro da seguire ce lo ha dato il Signore, ce lo ha collocato il Signore dentro la strada su cui ci ha messo, sulla via che stiamo percorrendo. Scegliere il maestro noi stessi vorrebbe dire scegliere qualcuno che ci fa comodo, scegliere qualcuno che risponde al nostro gusto, al nostro desiderio di veder assecondato il nostro progetto. Seguire vuol dire immedesimarsi con i criteri del maestro, con i suoi valori, con ciò che ci comunica, non legarsi alla persona che in sé è effimera. In questa sequela si nasconde e vive la sequela di Cristo».

Tutto torna.