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Buongiorno caro Andrea.
Penso Giussani, a modo suo, prossimo al canone di santità del Magistero.

Per quanto ricordo la “mortificazione”, di per sé, non veniva richiamata più del necessario, in quanto vista come rinuncia a un parziale “di meno” per vivere un totale “di più”, non a caso Giussani preferiva il termine verginità, interpretato come un nuovo modo di possedere, rispetto a castità, intesa come rinuncia.

Novissimi, salvezza dell’anima e dintorni, lontani da una visione escatologica, erano inglobati nell’immanenza dell’esperienza comunitaria.

Mi sembra che la domanda giusta per una indagine proficua sarebbe quella di chiederti non tanto se i frammenti dottrinali che esponi coincidano col pensiero e gli insegnamenti di don Giussani, ma se consoni al pensiero di Gesù di Nazareth.