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Integro con un distinguo: ci sono vegetariani “laici” che con le loro scelte razionali si impongono con l'esempio e pensiero valoroso, ponendo interrogativi seri e cruciali. Segnalo, tra questi, Foer Jonathan S. e il suo libro «Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?» http://www.ibs.it/code/9788860881137/foer-jonathan-s-/niente-importa-perche.html
Grazie a loro quando mangio carne, se penso a quello che sto facendo, trovo più motivazioni al non mangiarla che al mangiarla.

Poi ci sono i tarantolati per la purezza del proprio ombelico, clericali che complicano la vita a sé stessi e a chi frequentano; sparano a raffica dottrine presupposte, iniziano dal rifiutare la carne poi da lì vedono veleni e contaminanti ovunque, dalle patate ai pomodori, da un pezzo di formaggio a un tiro di toscano. Mai in pace perché ossessi da purificazione a oltranza, invadono con prediche non richieste le esistenze altrui. Gente evidentemente scompensata che proietta all’esterno personali problemi non risolti.