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Un conto è vedere il video, altro esserne attori. Nel video è agevole vedere un insieme: la musica potrebbe essere anche interpretata come l’onorare la marcia dei pendolari che con il loro lavoro tengono in piedi la nazione, invece per chi era lì un confine, una linea fisica precisa, separava l’artista dai pendolari. Ognuno stazionava nel suo “acquario”, nella sua sfera, competenza, distretto, giurisdizione, ambiente, ripartizione, territorio, cerchia, giro, categoria, settore, classe che la musica non abbatte, manco buca, anzi rafforza. Tipica dinamica sacrale.
La cronaca riferisce che durante l’esibizione il pendolare principale estimatore di Bell ha poi dichiarato: «Non ho mai sentito niente del genere. Era tecnicamente perfetto, con un fraseggio molto buono. […] Mi sono fermato a una certa distanza ad ascoltare, non volevo invadere il suo spazio.» Anche lui bloccato dal muro è rimasto a “una certa distanza” perché “non voleva invadere il suo spazio”.
Unico soggetto che se ne infischia del sacro perchè intenzionato a passare il confine separante gli “acquari” è stato un bambino. La cronaca riferisce: «Le note hanno colpito in particolare un bambino di tre anni, Evan, che è arrivato con la mamma, Sheron Parker. "Mio figlio era attratto - ha spiegato Parker». La madre aveva fretta e lo ha tirato a sé mentre lui tirava verso il violinista. Non male questo irrispettoso voler spaccare le palle, le sfere, ma essere bambini non è da tutti.