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“ @alberto. “Quando ci si mette insieme, perché lo facciamo? Per strappare agli amici – e se fosse possibile a tutto il mondo – il nulla in cui ogni uomo si trova.”
Incipit del messaggio di Mons. Luigi Giussani per il XXV pellegrinaggio di Loreto.
Esaltazione di chi obbedisce ad una idea, ad una teoria. Non obbediva a se stesso ma al "mistero" (occultismo) e da quei territori paludosi governava. Considerarsi prescelti dal destino relegando tutti gli altri nel nulla per poi poterli salvare, non mi sembra atto sano. Che poi l’ occultismo giussaniano contenesse sue personali inibizioni, narcisismi, ipocrisie non spetta a me giudicarlo. Obbediva dunque ad una idea rarefatta, falsa.
Il fondamentalismo integralista è un pallone vuoto (mistero, occulto) che può rimanere gonfio solo grazie all’aria continuamente soffiata da pseudopericoli imminenti, da pseudominacce incombenti. Il fondamentalista per riempire il vuoto su cui poggia si percepisce come il bambino olandese con il dito nel buco della diga, lì vigilante 24 ore su 24 a difesa dell’umanità. Sempre pronto alla mobilitazione generale immerso nel suo egoriferimento ipertrofico e monomaniacale. Vede la sua casa e allucinato la immagina bruciare, incendiata dai nemici. Non può mai rilassarsi rimarrebbe faccia a faccia con il vuoto delle sue credenze che lui e i suoi amici seguono. Identificato con il gruppo di appartenenza e con il suo pseudoideale, come il cane con l’osso tra i denti, non può mai mollare. Solo Appartenendo al gruppo e lottando per difenderlo può esistere altrimenti il nulla. Da qui le sue apprensioni ingiustificate, il suo sospetto sistematico. Divisione certa tra buoni e cattivi. Pensiero fragile che per resistere prende rigida forma nell’assoluta convinzione di essere nel giusto. Pregiudizio in una intensità d'attenzione sempre prevenuta e continua, mai libera, mai ironica, mai autoironica. Stretto nel suo gruppo con iperintenzionalità cerca ogni indizio che possa confermare le sue credenze minacciate dal nemico, talmente sicuro della sua visione da non conoscere discernimento riesce a trascurare contraddizioni evidenti del suo pensiero e del come stanno per davvero le cose. Sempre sconvolto da potenziali elementi inaspettati che lo possano sorprendere. Per lui tutto ha uno scopo preciso. Non fa nulla per gioco. Mai spontaneo, ipervigilante indaga ciò che lo circonda come un militare in missione speciale, con gli occhi fuori dalle orbite e la faccia tesa. Effettua un monitoraggio serrato e riesce sempre ad interpretare in persone innocue e distese un nemico, che accuserà di tremende responsabilità con nefaste conseguenze eterne. Con urgenza e argomenti stringenti butterà addosso al diverso tutta la patologia che ha dentro, frequente la variante "amorevole": desiderio di aiutare, di salvare, di far entrare nel gruppo degli eletti il diverso, il bisognoso.
Anch’io, senza ammirazione, sono incuriosito per chi dimentica se stesso per l’altro. Talvolta sospetto che qualcuno di loro ami di più la povertà dei poveri. Anche a me era capitato di annientarmi per l’altro e non mi aveva portato nulla di buono. Non per tutti è così. ”