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“ Per Vudok:
Un po' ha ragione lui. E' vero che in Cl non si fa appello all'obbedienza (ma neanche alla libertà di coscienza, roba per laicisti o catto-comunisti). In un certo periodo era invece una delle parole d'ordine di Giussani, mentre cercava di formare quella che doveva essere l'elite, i Memores. Si parla più spesso di "seguire per verificare". No, i meccanismi sono molto più sottili. Appena, verificando, uno comincia ad avere qualche dubbio e a manifestarlo, a usare vocaboli e riferimenti che non sono quelli del gergo, si fa il vuoto intorno, gli amiconi di sempre cominciano a guardarti da lontano. Qualcuno parla ancora con te, ma solo i "più grandi", quelli che sanno risponderti. A un mio amico, che poneva domande difficili, sempre con dolcezza e confrontandosi con onestà con il "discorso", hanno diviso la scuola di comunità, lasciandolo con pochi "più grandi". Solita motivazione ecclesiastica: difendere la fede dei piccoli. Così sono moltissimi quelli che hanno forti dubbi sulle opzioni politiche di CL, ma sanno che è meglio non dirlo troppo forte (tanto più a "quelli di fuori"!): ti troveresti ben presto ai margini; gli altri, quelli che strillano su Facebook, ripetono le parole d'ordine solite, ma in realtà non sanno assolutamente difendere la loro opinione, perché in realtà non è la loro. Perciò domani che le parole d'ordine cambiano, virano di 360 gradi anche loro. Così dal sinistrismo estremo dei primi anni 70 si è passati a... Berlusconi. Non è questione di obbedienza: giocano tutti i più tipici meccanismi della "setta", ben conosciuti dalla psico-sociologia.
Ciao Francesca
”