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“ Gentile Vudok, a seguito del mio intervento sulla "Lobby di Dio", Camillo Langone che non è un ateo illuminista ma un cattolico conservatore, ha scritto sul Foglio di Ferrara un articolo contro l'ecclesiologia "tribale" ciellina, sostenendo la mia testimonianza. Nessuno dico nessuno dei responsabili di CL ha chiarito nel merito, si sono limitati ad un attacco a Langone e anche a Ferrara che si può leggere qui:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/7076
per esperienza che "obbedire ai propri superiori come a Dio" è nel metodo e nel merito l'ecclesiologia di CL, gli scritti di Don Giussani sono lì a testimoniarlo, il movimento pure. Se un ciellino afferma "ma chi ve l'ha detta 'sta roba?" significa che è uno che vive al margine, uno che non conosce chi frequenta, uno che non sa quello che dice e neppure quello che fa.
E'questione di "dosaggio" nel coinvolgimento, dell'appartenenza al gruppo, un po' come è accaduto nei movimenti di sinistra negli anni 70, c'era chi parlava di ideali rivoluzionari e chi invece era coinvolto anima e corpo in differenti livelli e gradi e tra questi posizioni intermedie. In CL, come nella Chiesa tout-court la compagnia è ritenuta sacramentale: permanenza di Cristo presente nel rapporto con l'autorità. Si esprime in una compagnia guidata da uomini che per processo analogico, direi misterico se non evocasse qualcosa di pagano, rappresentano Cristo stesso. Il mistero dell'autorità è il mistero di Cristo. Il punto è che all'interno di questo metodo troviamo differenti gradi e livelli di coinvolgimento: alcuni aderiscono in modo vago. Credono che il Papa rappresenta Cristo nella storia e così lo guardano con devozione al telegiornale delle 13 e un paio di volte nella vita vanno in piazza San Pietro a battergli le mani sotto la finestra. La modalità di relazione con l'autorità non determina significativi cambiamenti del loro vivere. Continueranno amando e lavorando come riterranno opportuno, ispirandosi di tanto in tanto a quella generica figura di riferimento, con la quale manterranno informe e intermittente fedeltà e obbedienza.Per altri la modalità di rapporto col Dio presente attraverso l'autorità assume maggior concretezza e precisione. Seguono un responsabile nel gruppo ecclesiastico a cui appartengono. Siccome la compagnia è guidata per adempiere al precetto si recheranno una volta al mese dall'autista, così a colloquio con il Dio che si manifesta attraverso il superiore metteranno sul tappeto le scelte di vita che decideranno di riferire al superiore, poi cercheranno di aderire alle indicazioni avute; a questa "fascia" tiepida appartiene l'intervento che hai citato. Per altri il coinvolgimento concresce, si rapprende e indurisce. A lui verrà chiesto di appropriarsi dei contenuti, dei giudizi e delle opinioni dell'autorità per farle diventare intimamente proprie, questo è l'approccio al movimento che ho vissuto e di cui ho scritto.
”