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Caro Vudok,
il fine ultimo dell'aiuto è il far entrare il bisognoso nel gruppo. Il processo, se visto dall'interno, ha una sua logica: siccome per la "teologia tribale" integralista il bene assoluto è Dio stesso incarnato nella storia attraverso il loro gruppo, l'emancipazione completa del bisognoso si realizzerà nell'aderire e nell'appartenere al gruppo stesso.
Il punto di partenza non è una mera volontà d'espansionismo, tuttavia una singolare concezione teologica porta di fatto a questo.
Altra cosa sono mezzi per realizzare il fine, qui troviamo una gradualità della proposta, all'inizio c'è sempre accoglienza, mai esclusione: punto uno riempire lo stomaco dell'affamato, atto ammirevole e condivisibile, poi a stomaco pieno, quando il bisognoso comincia a digerire le cose cambiano e gli è richiesta appartenenza.
Non so rispondere esaurientemente alla tua domanda, mi vengono alla mente famiglie con il padre despota ed i bambini obbedienti, da fuori sembra che tutto funzioni al meglio, ma è apparenza.
Non so se siano più generosi o forse solo più militarizzati gli integralisti; un esercito che obbedisce a regole codificate ed autorità indiscusse è più efficace e più efficiente rispetto ad aggregazioni di uomini liberi che tentano di trovare una strategia condivisa, ma a che prezzo?