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Caro Vudok,
da adolescente partivo col motorino verso le montagne, quando raggiungevo la cima rimanevo là a contemplare la natura un po’ deluso: le divinità, che dalla pianura mi sembrava d'aver visto sulla vetta, raggiunta la cima sparivano, come gatti selvatici si divertivano a rimanere oltre, un po’ più in là. La cosmogonia cattolica riesce, come in un cartone animato, a portare di qua quell'oltre che è là. Come quando si va in visita al cimitero monumentale di Milano, oltrepassato il portale la scenografia che incontriamo ci mostra un altro regno dove le divinità si percepiscono più vicine, confinate in una specie di serra, catturate in uno zoo, messe dentro una coreografia. Credo che Socci, indifferente al pensare, sia dentro quella bolla. Non è escluso che anch'io sia dentro una mia bolla e da lì interpreti il mondo. Il problema è che Socci giudica la sua bolla verità unica e assoluta così, come un militare in missione speciale, si attiva per tirar dentro tutti gli altri.