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Rispondo a Chiara. Grazie a te chiara. Aiutare è una parola insidiosa. A differenza delle autorità che il ragazzo segue io non possiedo verità. No conosco la cosa giusta da fare per te e per lui, rifiuto responsabilità nei suoi confronti. Ignoro quanto e se stia davvero male e quale sia il suo vero bene. Ti posso semplicemente assicurare, per esperienza personale, che l’evidenza della non necessità di continuare ad obbedire che tu dall’esterno quasi maternamente gli auguri, per chi è dentro la bolla è invece urgenza ontologica. Le motivazioni proposte con il bene nel cuore, da chi conduce, sono tanto sofisticate da penetrare nelle cellule e l’abbandono del gruppo è avvertito come l’andar contro a se stessi, ma non è detto che sia un inferno asfittico per tutti, non escludo che qualcuno trovi per semplicità e immediatezza l’esperienza esaltante e gioiosa. Per me non è stato così e ho scelto un complesso smarrimento, la lotta quotidiana per un traballante pezzo di senso. Preferisco così, ma non ci invito nessuno. Quello che mi ha colpito è la tua percezione di “tenerezza estrema”. Forse urge da parte tua un approfondimento, un andarti dentro per vedere cos’è e da dove viene questa percezione. aiuterebbe sicuramente. Tutti quanti. Ti abbraccio. Bruno