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Salve, volevo chiederle alcuni chiarimenti e proporle altre visini sulla tematica del trascendente e del dualismo da lei trattate nello scritto "testamento di un'artista".Per quanto mi riguarda mi riesce veramente difficile concepire la dualita' come artificiosa.Tutti nasciamo due. La dualita' e' presupposto primo dell'esistenza.La dualita' permette uno scarto, l'esistenza dell'altro , dell'io.Lo scarto permette il movimento, il mutare ,il perire. Per quanto concerne un giudizio qualitativo di tale stato non saprei come esprimermi considerando la mutevolezza biologica, che per il momento non mi spingono ad creare o ad entrare in una morale.La dualita' mi pare dunque naturale, mentre per quanto concerne il trascendente ho piu' difficolta' a trovere un supporto biologico mi appellero' quindi ad una semplice constatazione.Da quando l'uomo ha avuto la pancia piena e' nata la filosofia (Aristotele "per fare filosofia occorre tempo libero ed energia").Questa partendo da un piano materiale si e' spostata o e' andata a costituire il piano trascendente. Dell'esistenza di tale piano troviamo mille esempi matematici, musicali ed artistici in genere , metafisici e cosi' via.Tale facolta' ( di creare prescindendo del contingente, dal naturale) non saprei ben dire come o quando nasca. Voltaire teorizza negli scritti metafisici che la nozione dell'infinito parta proprio dal contingente. Un uomo posto di fronte ad un mucchi di sassi potra' facilmente immaginare una sequenza di sassi infiniti.A parte le varie ipotesi l'uomo pare proprio avere una facolta' proiettiva nel futuro che gli da conoscenza della sua finitudine.Cio' a mio parere assieme a tutte le altre capacita' dell'uomo puo' aprire a nuovi e ricercati mutamenti. Diciamo dunque che se non posto in un livello privilegiato il trascendente costituisce una possibilita' di ampliamento tipica dell'uomo. Arianna V.