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Caro Bruno,

non posso fare a meno di buttare giù due righe. La mia capacità di espressione è sicuramente meno efficace e chiara della tua, ma forse riesco a spiegarmi.

Ho letto più volte con interesse, curiosità e….struggimento il tuo scritto. Curiosità perché mi sono chiesto più volte cosa sarebbe successo della mia vita se venti anni fa me ne fossi andato. Penso che, per tempra, non sarei riuscito a mantenere quel buon livello di onestà intellettuale che traspare dalle tue parole, e forse, finche me lo sarei potuto permettere, avrei girato la testa da un’altra parte evitando di guardare lungo il baratro.

Ma in questi venti anni è successo altro, per questo non posso leggerti, anche se non ti conosco, senza struggimento.

Sono del movimento, non sono un memores ma ho diversi amici che lo sono e per questo mi preme chiarire fraintendimenti che una lettura veloce del tuo scritto può suscitare in chi non conosce.
CL non è un luogo dove si effettuano strani riti di sottomissione, magari con dita o altro. Da ragazzo (non ero di cl) avevo il vizio di salutare gli amici con un violento pugno sulla spalla. Desiderio di attenzione? Difficoltà nel dimostrare affetto in altro modo? In ogni caso, dopo non molto tempo, ho capito da solo che questo atteggiamento alla lunga dava parecchio fastidio e, intelligentemente, me ne sono astenuto. Non so se il tuo ragioniere se ne sia col tempo reso conto o se qualche novizio o chi per esso gli abbia finalmente e gentilmente detto che il dito poteva allegramente infilarselo nel culo.

Non mi stupisce più di tanto quello che ti è successo, conferma che bei ragionamenti non bastano a riscattarci e , per quanto coerenti, giusti e affascinanti ,alla fine diventano inevitabilmente insopportabili, senza speranza e soffocanti.
So benissimo che si può vivere l’esperienza cristiana in questo modo, cielle o non cielle. Fuori dall’esperienza cristiana e meglio? Da quello che racconti certamente no, anche se forse, e sono d’accordo con te, è più dignitoso. Magra consolazione, anche perché si finisce comunque col vivere abbarbicati a ragionamenti che lasciano lo stesso amaro in bocca anche se con un certo piacevole retrogusto narcisista. Per contro da questi è molto più difficile scappare, non basta fare le valige.

Per conto mio più di 20 anni di cl mi hanno insegnato ad essere protagonista della mia vita, a non censurare niente, tanto meno i limiti miei e degli altri, perché non è il superamento, vero o presunto, di questi che ci salva ma è Altro. Mi hanno insegnato che la mia vita non è delegabile a un capo, priore o prelato che sia. Venti anni fa potevo chiedermi chissà quali possibilità o esperienze mi precludevo, oggi guardando indietro non posso non commuovermi per la gran immeritata botta di culo.

In ogni caso ho la personale impressione che la bella donna di cui un tempo, da giovane, ti sei innamorato tu l’abbia realmente incontrata, ma nella, aimè, colpevole distrazione generale, te ne sia portata a letto un’altra.

Con affetto
Marco