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“ Buongiorno, ho letto e riletto il racconto, ed a dire il vero non solo mi sono limitata a questo ma l'ho anche regalato ad una persona a me molto cara, un Memores appunto. Mi ha sicuramente colpito la modalità con cui descrive i processi mentali, le convinzioni, le costruzioni mentali di questo "ambiente". Dico ambiente in quanto, frequentando il movimento sento e tocco con mano quotidianamente tutto questo e posso tranquillamente dire che la questione è diffusa, solo che spesso nei Memores è elevata all'ennesima potenza! La visione generale (non quindi appartenente alla totalità) è quella di persone che, basano la propria vita su una dicotomia "giusto/non è giusto", "posso/non posso" in nome di Dio. E sempre in nome dello stesso Dio si permettono spesso di classificare il mondo e l'altro sulla base di costruzioni sociali, appartenenti solo a quella nicchia. Quindi: o ci stai dentro, o sei fuori. Tanto in nome di Dio si può fare tutto, ed il contrario di tutto! Una questione invece che mi ha colpito di questo racconto, è che, nonostante concordi con molte delle sue idee rispetto alla sua esperienza mi manca una passaggio di conoscenza, cioè capire come abbia fatto fuori la questione di Cristo. Per quella che è tutt'oggi la mia esperienza questo vivermi da vicino questa realtà, così come altre, ha rafforzato invece la mia domanda verso di Lui, cioè ha reso ancora più vero il MIO rapporto con Cristo, che mi lascia libera di scegliere l'altro e di guardarlo, e di desiderare di conoscerlo, ciellino o non ciellino, neocatecumenale o non neocatecumenale, battona o suora, comunista o leghista, Memores o non Memores. Probabilmente questo vivermi liberamente Cristo e l'altro è poco ciellino, poco neocatecumenale e quant'altro, ma mi rende libera. Straordinariamente libera. Leggendo il suo racconto, mi pare di avere capito che lei se ne sia andato non solo dai ciellini ma da ogni cosa che potesse in qualche modo riaprire una partita personale rispetto ad un rapporto con Lui. Ho capito male?
”